Disposizione tattica delle forze impegnate in campo:
In sala computer: Alberto davanti al computer n. 1 ed Enrico al n. 2; in cupola: Giuseppe al folle inseguimento, Franco al cerchio di declinazione per registrarne la posizione, Fulvio al citofono per comunicare i dati verso la sala computer e viceversa. "Qui sala macchine. Immagine registrata. L'oggetto è in campo. Spostati pure Giuseppe. Alla via così!".
Arriva intanto la telefonata di Korado, dall'osservatorio di Visnjan (Croazia): -"Ma cosa state combinando lì a Farra? Siete voi che state facendo strani esperimenti nell'alta atmosfera?", Franco: -"Veramente noi non centriamo! Lo stiamo osservando anche da qui. Cosa pensi possa essere?", Korado: -"Mah, certamente non è una cometa. Da qui sembrava una nube di bario di qualche esperimento, appunto, anche se dovrebbero essere proibiti. Comunque abbiamo ripreso una bella sequenza di immagini al CCD in cui si vede l'evoluzione della coda. Aspettiamo notizie da altri osservatori per cercare di darne una spiegazione." Via telefono ci sentiamo anche con l'amico Tonino, che da S. Lucia di Stroncone (Terni) ha osservato anche lui l'oggetto misterioso.
In cupola intanto l'inseguimento continua, con Giuseppe che non cela fa proprio più (conseguenza fisiologica per la troppa emozione)!
Alle 23.20 si spegne anche il nucleo, ed il pedinamento celeste si conclude, finalmente. La memoria del computer è ora piena di oltre quaranta immagini dell'U.F.O. (è a tutti gli effetti un vero e proprio oggetto volante non identificato), tutte da analizzare.
L'immagine più spettacolare del BIDONE, ripresa alle 20:03:24 TU con il CCD ST-6 al fuoco Newton, con esposizione di 1 secondo
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L'immagine più spettacolare è quella ripresa alle 22.03: dal nucleo brillante fuoriesce una nube, COME IL PROPELLENTE ESPULSO DA UN RAZZO! E già, sembra proprio una specie di contenitore che rilascia del gas, e ciò suggerisce immediatamente il nome con cui l'U.F.O. verrà ricordato: "BIDONE". In un'altra immagine, delle 22.20, il nucleo lascia una bella strisciata, dovuta ai cinque secondi dell'esposizione, in cui si nota debolmente ancora la scia dei gas espulsi, scia che però è perpendicolare al moto dell'oggetto! Della successiva ora di riprese rimane un bottino di oltre quaranta immagini, in cui il bidone lascia una corta ma distinguibile traccia tra le stelle.
La strisciata del BIDONE ripresa con 5 secondi di esposizione alle 20:22:55 TU
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Il problema ora sta nel risalire ai "campi" delle immagini, cioè ad identificare le stelle fotografate. Dopo una buona mezzora di confronti incrociati tra le immagini e le possibili mappe stellari (anch'esse computerizzate), Franco Individua il campo della prima immagine: da essa, con molta pazienza si potrà stabilire tutto il percorso fatto dal bidone. Ma la pazienza, a mezzanotte ormai scoccata, è rimasta a pochi, e cioè a coloro che possono fermarsi ancora senza compromettere la successiva giornata di lavoro o di studio: Giuseppe ed Enrico. A loro viene lasciato il compito di misurare la posizione del bidone, in almeno qualche immagine, in modo da trasmetterle subito al Minor Planet Center, a Cambridge (Massachusetts, U.S.A.)