Due casi del XVI e XVII secolo in Italia e i terremoti della Valle del Giordano dai tempi biblici al 1929.
Relatore: Dott. Livio Sirovich, Ricercatore dell’OGS, Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste.
Giovedì 28 gennaio, ore 20:30 – Il danneggiamento degli edifici in una regione colpita da un terremoto costituisce una specie di impronta del modo in cui la frattura in profondità (faglia) ha irraggiato la sua energia nelle varie direzioni.
OGS detiene un algoritmo originale in grado di ricalcolare questa faglia, partendo dalle entità dei danni verificatisi nei vari centri abitati (procedimento di inversione geofisica). Per i terremoti avvenuti in era pre-strumentale
Nel caso del terremoto dell’Irpinia del 1694, dagli archivi è spuntato il rapporto di un funzionario del Re di Napoli, che aveva osservato sul terreno una frattura lunga 17 km, proprio nella zona in cui emergerebbe la faglia ricalcolata nel 2013; cosa che ha consentito alla rivista dell’Unione geofisica americana di scrivere che era stata trovata la smoking gun (la prova regina) della presenza della faglia ricalcolata da Sirovich e colleghi.
ll terremoto di Ferrara del 1570, poi, è il più antico evento sismico distruttivo di cui, a livello mondiale, sia stato possibile calcolare la geometria e il meccanismo di rottura attraverso una procedura automatica. A questo terremoto sono legati il definitivo cambiamento del corso del fiume Po e il declino della casata dei Duchi D’Este di Ferrara.
Verranno illustrate anche le curiose interrelazioni tra scienza e racconti biblici nella Valle del Giordano, in particolare sulla base degli strepitosi risultati israeliani riguardanti una fortezza dei crociati al Guado di Giacobbe, tagliata dalla faglia del Mar Morto.
La conferenza è a ingresso libero e gratuito, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.