La storia
Il Circolo Culturale Astronomico di Farra (CCAF) si è costituito ufficialmente il 26 febbraio del 1975. Primi fondatori sono stati sette studenti di Farra, che già da diversi anni condividevano la passione per l’astronomia con un piccolo telescopio e poi costruendo, con materiali di fortuna, un mini-osservatorio. L'età media dei soci era inferiore ai vent'anni, tanto che per ricoprire la carica di primo presidente dovettero coinvolgere un adulto (in Italia, la soglia della maggiore età sarebbe stata abbassata da 21 a 18 anni appena nel marzo del 1975).
Il sodalizio è nato con un duplice scopo: divulgare l'astronomia e le scienze affini presso il vasto pubblico e svolgere un'adeguata attività di studio e di ricerca. Un sogno, più che un progetto, era la costruzione di un osservatorio astronomico, con cupola e telescopio.
Nel 1979 è arrivato il primo strumento importante: un telescopio newtoniano di 200 mm di diametro, f/5. Per poterlo acquistare sono state organizzate proiezioni cinematografiche per ragazzi, raccolta e vendita di ferro vecchio, marce podistiche non competitive. Nel 1980 è stato inaugurato il primo osservatorio, costituito da un box in lamiera con il tetto scorrevole. Seppur piccolo era il primo in regione a disposizione anche del pubblico generico. Nel 1982 il "200" è stato sostituito da un newtoniano da 250 mm f/5.
Il successo delle manifestazioni pubbliche e dell'attività di divulgazione hanno imposto un ampliamento delle infrastrutture. La concomitanza di eventi fortuiti e di cause di forza maggiore ha favorito, nel 1983, l'avvio della costruzione del Centro Osservativo, che viene inaugurato il 20 ottobre 1985. All’epoca era costituito da due specole e da un fabbricato di servizio. L'osservatorio principale, interamente autocostruito, era dotato di una cupola mobile in vetroresina di 4,5 m di diametro, al cui interno era ospitato un telescopio Newton-Cassegrain da 400 mm f/4,5-17,5 e rifrattore guida di 150 mm di diametro f/15; al piano inferiore una camera oscura per il trattamento e lo sviluppo delle lastre fotografiche. Il box metallico, riposizionato dopo cinque anni di attività, era diventato l'osservatorio secondario. Nel prefabbricato, recuperato dalle zone del terremoto in Friuli del 1976, venne allestita una saletta conferenze, di trenta posti, dove si tenevano lezioni integrative con l'ausilio di proiezioni di diapositive; negli stessi locali era ospitata la biblioteca, composta da 300 volumi e un migliaio di riviste.
Con tali infrastrutture e strumentazioni la divulgazione si poté avvalere di mezzi e metodi nuovi e, finalmente, anche l'attività di ricerca poté svilupparsi in maniera adeguata.
Il ritorno della cometa di Halley, nel gennaio del 1986, porta il primo grande afflusso di gente comune nel nuovo complesso. In dieci giorni oltre un migliaio di persone affronta i rigori invernali per dare un'occhiata all'astro chiomato più famoso; nell'ultima serata disponibile si raggiunge una punta di trecento presenze.
Per soddisfare le tantissime richieste viene istituito l'incontro del "primo giovedì del mese", serata pubblica in cui gli intervenuti vengono guidati all'osservazione del cielo attraverso i telescopi.
Nasce il "Progetto Pianetini", il primo programma di ricerca scientifica del CCAF. Per la sua attuazione s'introduce un sofisticato processo per aumentare la sensibilità delle lastre fotografiche e, data l'impossibilità di reperirlo sul mercato, viene costruito un misuratore di lastre millesimale, per rilevare dai negativi fotografici la posizione delle stelle con una precisione, sulla lastra, del millesimo di millimetro. Dopo alcuni anni di affinamento delle tecniche, nel 1990 le prime misure ottenute vengono pubblicate sulle circolari mensili del "Minor Planet Center" (MPC), il Centro dei Pianeti Minori che ha sede a Cambridge, nel Massachusetts, e che per conto dell'Unione Astronomica Internazionale sovrintende e coordina, a livello mondiale, lo studio delle orbite e la scoperta e catalogazione di asteroidi e comete.
Nonostante le migliaia di fotografie ottenute, soprattutto di oggetti noti che necessitavano di ulteriori osservazioni, non viene trovato nessun nuovo asteroide. Per la prima scoperta bisogna attendere il 1993 e la rivoluzionaria introduzione del sensore elettronico a CCD. Questo strumento, seppur con un campo "visivo" trenta volte più piccolo di quello inquadrato dalla lastra fotografica, ha una sensibilità notevolmente superiore, permettendo di rivelare stelle venti volte più deboli con metà tempo di esposizione: il telescopio da 40 cm è diventato istantaneamente potente come quello di M. Palomar, che ha uno specchio di 6 metri di diametro. Dopo pochi mesi dall'applicazione del nuovo sensore al fuoco diretto del telescopio principale, il 21 maggio 1993 viene scoperto il primo nuovo asteroide che, pur rappresentando un traguardo inimmaginabile per quei ragazzi del '75, è stato solo la prima di una lunga serie di scoperte.
Nel primo anno sono 13 i nuovi oggetti scoperti a Farra e nel 1994 se ne aggiungono altri 39. Nel 1995 il CCAF organizza il convegno annuale del Gruppo Italiano Astrometristi, formato da tutti gli osservatori non-professionisti italiani interessati allo studio degli asteroidi; all'incontro partecipa il dott. Gareth Williams, co-direttore del MPC.
Nel luglio dello stesso anno l'asteroide 1993 XD, scoperto nel dicembre di due anni prima, riceve il numero definitivo 6501. La numerazione consente agli scopritori di Farra di assegnargli un nome, Isonzo, che è stato accettato da un'apposita commissione internazionale nel 1997. Nel gennaio di quell'anno viene scoperto 1997 AQ18, il primo asteroide di tipo "Apollo" scoperto in Italia e il CCAF balza agli onori della cronaca regionale intervenendo in studio nel telegiornale trasmesso dalla sede RAI di Trieste.
La camera oscura viene ridotta per far spazio al crescente numero di personal computer necessari all'acquisizione, al trattamento e al confronto delle immagini elettroniche, al controllo del telescopio, al collegamento internet.
L'impegno di tempo e risorse investiti nella ricerca non si ripercuote sulla divulgazione, che continua a registrare un apprezzamento costante presso il pubblico e le scuole. Il CCAF decide così di acquistare una potente lavagna luminosa e un display a cristalli liquidi per la proiezione di immagini e simulazioni computerizzate su grande schermo, per sfruttare al meglio le potenzialità dei nuovi mezzi informatici. Nel 1996 l'inaspettato arrivo della cometa Hyakutake ha richiamato in un'unica sera 1300 persone, che pazientemente hanno atteso in fila il proprio turno davanti ai cancelli dell'osservatorio. Per il previsto passaggio di un'altra grande cometa, la Hale-Bopp, nel 1997 vengono organizzate 12 serate, su prenotazione e con un numero chiuso di 100 visitatori a serata.
Nell'agosto del 1999, in occasione dell'ultima eclisse totale di Sole del secondo millennio, il CCAF ha organizzato un viaggio in Austria, che si è rivelato, per la cinquantina di partecipanti, un'esperienza indimenticabile. Nell'estate dello stesso anno è stato ospite dell'osservatorio il dott. Daniel Green, del MPC, mentre in ottobre è stata la volta dell'astronomo statunitense Ted Bowell, dello storico Lowell Observatory di Flagstaff (Arizona), uno dei massimi esperti mondiali nel campo degli asteroidi.
Sempre nel 1999 il telescopio da 25 cm è stato trasformato in uno strumento portatile e al suo posto, sempre nel box metallico, viene installato un nuovo telescopio da 300 mm f/4, completamente automatico.
Nel 2004 c’è la grande ristrutturazione di tutto il complesso. Grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, la prima storica specola con la cupola da 4,5 metri viene inglobata in un nuovo edificio, per la costruzione del quale vengono sacrificati i vecchi edifici ormai irrecuperabili.
Per ospitare il telescopio da 30 cm, al posto del box in lamiera, viene costruita una seconda cupola, sempre da 4,5 metri di diametro, questa volta in alluminio. Nel nuovo Centro Osservativo viene realizzata una sala conferenze da 50 posti, con proiettore digitale e impianto audio surround. Sotto la nuova cupola, viene ospitata la biblioteca mentre per la gestione, ormai totalmente informatizzata, dei telescopi viene allestita la sala controllo, con postazioni separate dedicate alle due cupole. Nell’ambiente sottostante la prima cupola viene ricavata un’officina per gli interventi meccanici ed elettronici di manutenzione. È presente anche una terrazza per l’osservazione ad occhio nudo e il posizionamento di telescopi portatili. Il rinnovato Centro Osservativo viene inaugurato nella tersa mattina di sabato 12 dicembre 2004; madrina d’eccezione la prof.ssa Margherita Hack, per molti anni direttore dell’Osservatorio Astronomico di Trieste.
Nel 2008, per le osservazioni dal terrazzo durante le visite guidate, vengono acquistati un telescopio rifrattore apocromatico da 125 mm di diametro f/6,4 ed un telescopio solare da 90 mm di diametro f/8,8, dotato di un filtro Hα che mette in risalto la granulazione solare, le protuberanze e i filamenti, ampliando le possibilità osservative anche durante il giorno!
Alla fine del 2008, grazie ad un finanziamento della Regione FVG il CCAF si dota di un planetario mobile: una cupola gonfiabile da 8 metri di diametro al cui interno un proiettore digitale riproduce la Volta Celeste e i suoi movimenti e, soprattutto, i filmati adatti alla proiezione sferica, con audio in inglese e, inizialmente, tradotti in italiano dai soci del CCAF. Per accogliere il pubblico si utilizzano delle sedie sdraio che vengono trasportate all’interno della cupola ogni volta che viene gonfiata; al termine dello spettacolo, le sedie vengono accatastate in sala conferenze e gli 80 kg di tessuto della cupola vengono ripiegati in un cassone di legno. Ma bastano pochi mesi di sforzi per arrivare, nell’estate del 2009, alla realizzazione di un basamento in cemento armato su cui viene montata una struttura geodetica con un telone in PCV. Da quel momento la cupola è protetta e può rimanere sgonfia, appesa sopra la platea di sdraio.
Sempre nel 2009, grazie al contributo della Fondazione CaRiGo e alla disponibilità delle Officine Goriziane di Villesse, viene costruito dai soci un telescopio da ben 60 cm di diametro f/4. Viene posizionato all’interno della seconda cupola, al posto del 30 cm. Anche i sensori di ripresa CCD vengono adeguati e montati su entrambi i telescopi.
Nel 2017 la Fondazione CaRiGo finanzia l’installazione di un ascensore per permettere l’accesso alla terrazza anche alle persone con diversa abilità.
Ancora nel 2017 la cupola gonfiabile del planetario viene sostituita da una cupola fissa in vetroresina, da 8,5 m di diametro, al cui interno viene costruita una gradinata, completata nel 2018; in tal modo la proiezione diventa frontale, con gli spettatori che guardano in un’unica direzione, verso una superficie emisferica che ha un’inclinazione di venti gradi.
Anche la sala conferenze ottiene un importante aggiornamento, con l’installazione, nel 2020, di un proiettore digitale 4K e, nel 2022, di un maxischermo 16:9.
Nel 2024, iniziano i lavori di riqualificazione del planetario grazie al progetto ZAFA25 – IL CIELO OLTRE I CONFINI, che vede il partenariato fra il CCAF e l’Istituto di Radioastronomia ZARAS – Zavod za radijsko astronomijo di Merna (SLO), finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Fondo per piccoli progetti GO!2025 del Programma INTERREG VI-A ITALIA-SLOVENIA 2021-2027, gestito dal GECT GO. Viene fatto un importante intervento di manutenzione alla superficie riflettente della cupola e viene aggiornato il sistema di proiezione con l’installazione di un proiettore laser 4K e del relativo computer di controllo. Con il contributo della Regione Autonoma FVG è in progetto il montaggio, sulla gradinata, di specifiche poltroncine.
Cronologia essenziale
1969: primi incontri tra un gruppetto di alcuni adolescenti con osservazioni da un piccolo telescopio
1972: costruzione, con materiali di fortuna, di un mini-osservatorio dotato di cupola da 3 metri
1975: fondazione ufficiale del CCAF, con registrazione dell’atto costitutivo e dello statuto
1979: concessione, da parte del Comune, della sede sociale presso la palestra di Farra d’Isonzo
1979: telescopio newtoniano da 200 mm di diametro f/5
1980: inaugurazione del primo osservatorio in un box metallico modificato con il tetto scorrevole
1982: telescopio newtoniano da 250 mm f/5
1984: Telescopio Newton/Cassegrain 40 cm f/4,5 e rifrattore guida 15 cm f/15
1985: inaugurazione del Centro Osservativo. Telescopio Newton 40 cm f/4,5 e rifrattore 15 cm f/15
1995: convegno nazionale del Gruppo Italiano Astrometristi
1997: scoperta del primo asteroide NEO di tipo Apollo in Italia
1997: assegnazione del nome Isonzo all’asteroide (6501) scoperto nel 1993
1999: viaggio in Austria per l’eclisse totale di Sole
1999: telescopio newtoniano 300 mm f/4
2004: inaugurazione del rinnovato Centro Osservativo alla presenza della prof.ssa Margherita Hack
2008: rifrattore apocromatico 125 mm f/6,4; telescopio solare 90 mm f/8,8
2008: planetario gonfiabile da 8 metri di diametro e proiettore digitale
2009: telescopio newtoniano 610 mm f/4
2017: ascensore per accesso persone con diversa abilità al terrazzo di osservazione
2017: cupola del planetario in vetroresina da 8,5 metri di diametro con inclinazione di venti gradi
2024: aggiornamento del sistema di proiezione del planetario
La ricerca scientifica
L'Astronomia è una delle poche scienze che offre anche ai non professionisti la possibilità di contribuire concretamente alla ricerca. Il campo di indagine sull'Universo è infatti talmente vasto che molti fenomeni astronomici, oltre che essere alla portata degli strumenti che può permettersi un gruppo di appassionati, vengono osservati solo da loro, data la scarsità di tempo disponibile nei grandi telescopi. Le stelle variabili, le supernove, le meteore, il Sole, gli asteroidi, le comete sono solo alcuni esempi di settori di ricerca cui l'astrofilo può dedicarsi proficuamente.
Il CCAF, con l'acquisto nel 1985 del telescopio da 40 cm, ha scelto come campo principale di ricerca l'Astrometria dei corpi minori del sistema solare.
L'Astrometria è quella branca dell'Astronomia che si occupa della misura della posizione degli astri sulla Volta Celeste. Applicata agli asteroidi e alle comete diventa Astrometria dei corpi minori del Sistema Solare.
Perché mai si inseguono così affannosamente questi piccoli oggetti che sembrano così insignificanti?
Gli asteroidi, o pianetini, sono corpi celesti di forma irregolare, con i più grandi che raggiungono dimensioni di qualche centinaio di chilometri. La maggioranza di essi si muove attorno al Sole in una fascia compresa tra l'orbita di Marte e quella di Giove, a più di duecento milioni di chilometri di distanza dalla Terra.
Si stima che questa "cintura" sia popolata da alcuni milioni di asteroidi, ma solo di settecentomila si conosce perfettamente l'orbita. Gli asteroidi vengono studiati per quantificarne il numero, le proprietà fisiche, la distribuzione spaziale, per comprendere le condizioni e i processi verificatisi durante la formazione e i primi stadi dell'evoluzione dei pianeti del sistema solare, per valutare le probabilità di collisione con il nostro pianeta. Fino ad oggi sono stati scoperti circa trentottomila asteroidi che intersecano l'orbita terrestre e che, quindi, sono potenzialmente pericolosi. Lo studio di questi oggetti "vicini" (in inglese NEO, "Near Earth Objects") è particolarmente importante, in quanto l'impatto con un corpo del diametro di poche centinaia di metri avrebbe conseguenze catastrofiche.
Per scoprire e sorvegliare continuamente tutti gli asteroidi, la comunità scientifica internazionale si avvale della collaborazione di osservatori non professionisti, poche centinaia, sparsi in tutto il mondo. Per svolgere questo tipo di lavoro è necessario essere in grado di misurare la posizione di un oggetto con la precisione di alcuni decimi di secondo d'arco ed il tempo dell'osservazione con la precisione del decimo di secondo.
Il CCAF, attivo in questo campo da diversi decenni, finora ha contribuito con l'individuazione di oltre duecentocinquanta nuovi asteroidi. Tra questi, (136793) 1997 AQ18 è il primo NEO, appartenente alla classe degli Apollo, scoperto in Italia, oggetti che sono considerati tra i più pericolosi per la Terra. Un altro asteroide inusuale scoperto è stato (306399) 1996 AX1, con un'orbita particolarmente eccentrica che interseca quella di Marte, mentre (9431) Pytho, (13387) Irus e (424618) sono tre Troiani, pianetini che si spostano lungo orbite sincrone con il pianeta Giove.
Come accade spesso in ambito scientifico, anche agli scopritori di asteroidi viene concessa la facoltà di assegnare un nome proprio all'oggetto scoperto. Nel caso particolare, ciò avviene solo dopo alcuni anni di osservazione, quando l'orbita del nuovo asteroide diventa ben determinata e l'oggetto riceve una numerazione definitiva. Tra quelli scoperti a Farra, il primo ad essere stato catalogato, con il numero 6501, è stato battezzato con il nome Isonzo, per rappresentare tutti coloro che hanno partecipato alla nascita ed alla crescita del CCAF. Ad Isonzo si sono man mano aggiunti (7433) Pellegrini, (7500) Sassi, (7501) Farra, (7675) Gorizia, (7838) Feliceierman, (8103) Fermi, (8398) Rubbia, (8401) Assirelli, (8411) Celso, (8422) Mohorovicic, (8549) Alcide, (8936) Gianni, (9077) Ildo, (9101) Rossiglione, (9431) Pytho, (9634) Vodice, (9636) Emanuelaspessot, (9878) Sostero, (10201) Korado, (10567) Francobressan, (10892) Gianna, (11084) Gio, (11117) Giuseppeolongo, (11575) Claudio, (11673) Baur, (11976) Josephthurn, (12762) Nadiavittor, (12933) Muzzonigro, (13387) Irus, (14975) Serasin, (15343) Von Wohlgemuth, (15803) Parisi, (15825) Capecchi, (16888) Michaelbarber, (16901) Johnbrooks, (17749) Dulbecco, (18501) Luria, (18551) Bovet, (19390) Deledda, (20148) Carducci, (21236) Moneta, (21301) Zanin, (21526) Mirano, (21680) Richardschwartz, (22379) Montale, (22383) Nikolauspacassi, (22905) Liciniotoso, (24850) Biagiomarin, (24863) Cheli, (24898) Alanholmes, (27086) Italicobrass, (28193) Italosvevo, (29439) Maxfabiani, (29675) Ippolitonievo, (33100) Udine, (35197) Longmire, (59232) Sfiligoi, (69423) Openuni, (79240) Rosanna & (79241) Fulviobressan, (100519) Bombig, (108201) Di Blasi, (119602) Italodimaria, (292459) Antoniolasciac, (306386) Carlofavetti, (438523) Figalli, (509761) Umberto.
Alcuni asteroidi sono stati scoperti da altri osservatori e dedicati a persone del CCAF:
(5299) Bittesini, scoperto a El Leoncito (Argentina) il 08/06/1969 da C. U. Cesco, su proposta di B.G. Marsden e G.V. Williams; (7258) Pettarin, (9397) Lombardi e (10573) Piani scoperti a Stroncone (TR) dal team di Antonio Vagnozzi (589).
Negli ultimi anni la ricerca di nuovi asteroidi è diventata molto più difficoltosa, da quando sono entrati in funzione diversi osservatori professionisti dedicati alla scoperta sistematica dei NEO (LINEAR, LONEOS, NEAT, Catalina Sky Survey, Spacewatch, Pan-STARRS) che "rastrellano" il cielo raccogliendo tutto quello che trovano, comete comprese. L'attività degli osservatori non professionisti si sta spostando dalla ricerca dei nuovi oggetti al cosiddetto "follow-up", cioè inseguimento, dei NEO appena scoperti dai grandi osservatori, in modo da garantire una copertura sufficiente di osservazioni che permetta una determinazione più precisa dell'orbita e quindi, della probabilità di eventuali collisioni con la Terra.
Il CCAF si dedica anche a questa "caccia" da più di vent’anni e aderisce alla NEO Coordination Page, un coordinamento mondiale tra diversi osservatori per l'inseguimento degli oggetti NEO che non hanno orbite accurate.
Sono più di tremila le circolari MPEC, pubblicate dal Minor Planet Center, che riportano le misure astrometriche delle osservazioni di asteroidi e comete fatte dall’osservatorio 595 Farra d’Isonzo.
La divulgazione
Attività principale del circolo, la divulgazione è stata curata con impegno anche durante lo sviluppo dell'attività di ricerca, perché il CCAF è convinto del suo valore formativo, con la possibilità che essa offre di mettere il profano in contatto con il mondo affascinante dell'astronomia. Questa attività è stata sempre molto intensa e si svolge in vario modo ed a vari livelli di conoscenza della materia:
- Il primo giovedì di ogni mese, durante tutto l'anno, il centro osservativo è a disposizione del pubblico per osservazioni guidate ai telescopi. Nel corso della serata, condizioni meteorologiche permettendo, gli strumenti disponibili vengono puntati sugli oggetti celesti più interessanti del periodo, dando la possibilità ai partecipanti di osservare, a turno, direttamente agli oculari dei vari telescopi. Gli spettacoli all’interno del planetario prevedono la simulazione del moto di rotazione della Volta Celeste, da qualsiasi luogo, vista non solo dalla Terra ma da un pianeta qualsiasi del Sistema Solare, e la proiezione di filmati astronomici specifici per la proiezione sferica con audio Dolby surround. In sala conferenze vengono esposte lezioni integrative sulle osservazioni fatte o sui particolari eventi astronomici in corso.
- Altri appuntamenti vengono organizzati in occasione di eventi astronomici eccezionali, quali eclissi di Sole o di Luna, passaggio di comete luminose, visibilità particolarmente favorevole di pianeti, pronunciata attività solare ecc. L'organizzazione di tali appuntamenti viene comunicata attraverso i consueti organi di stampa (quotidiani, annunci radio e televisivi, social media).
- Conferenze pubbliche, tenute da astronomi e scienziati di fama internazionale, vengono organizzate periodicamente, mediamente una al mese, e richiamano dall'intera regione un pubblico numeroso ed interessato.
- Visite di scolaresche e gruppi avvengono regolarmente in osservatorio: accanto all'osservazione ai telescopi ed al riconoscimento delle costellazioni vengono tenute delle lezioni integrative, con l'ausilio di proiezioni e di simulazioni al computer, che entusiasmano gli alunni, ne favoriscono la partecipazione e ne stimolano il dialogo.
- “Two Weeks in Italy” è una competizione annuale che dal 1995, per iniziativa dell’Osservatorio Serafino Zani e del Comitato Planetari Itineranti dell’International Planetarium Society, offre in premio un viaggio in Italia a un planetarista statunitense, a beneficio dei planetari italiani interessati a programmare lezioni e/o proiezioni condotte da docenti americani. Si tratta infatti di lezioni di astronomia in inglese, con planetaristi o docenti madrelingua, che vengono proposte alle ultime classi degli istituti superiori. Ospiti a Farra d’Isonzo sono stati:
2019, Chrysta Ghent (Jennifer Chalsty Planetarium, Jersey City, New Jersey)
2018, Kevin Milani (Hibbing Community College, Hibbing, Minnesota)
2017, Shawn Laatsch (Emera Astronomy Center, Orono, Maine)
2016, Stephen Case (Strickler Planetarium, Olivet Nazarene University, Bourbonnais, Illinois)
2015, ShiAnne Kattner (Casper Planetarium, Casper, Wyoming)
2014, Dave Weinrich (Planetarium, Minnesota State University, Moorhead, Minnesota)
2013, Patricia Toth Seaton (Howard B. Owens Science Center, Lanham-Seabrook, Maryland)
2012, Stephen R. McNeil (Brigham Young University – Idaho Planetarium, Rexburg, Idaho)
2011, Joseph E. Ciotti (Hokulani Imaginarium, Kaneohe, Hawaii)
2010, Michele Wistisen (Casper Planetarium, Casper, Wyoming)
Nei quarant’anni trascorsi tra l'inaugurazione del Centro Osservativo e la fine del 2024 le persone in visita sono state più di settantacinquemila, 1115 visite guidate di scolaresche e gruppi, 666 le serate e gli incontri in osservatorio. Dal 2009, nel planetario sono stati proposti 830 spettacoli per ventimila spettatori. Inoltre, 200 sono state le conferenze organizzate presso il Centro dai soci stessi e da relatori del mondo accademico o della ricerca professionale, mentre 149 quelle tenute in altre sedi. Sono stati anche organizzati 97 stage o corsi, sia al Centro sia in altre sedi.
Anche se tale attività esige un notevole impegno di approfondimento e di preparazione, talvolta anche a scapito del tempo dedicato all'osservazione ed alla ricerca al telescopio, la fatica è tuttavia compensata dalla soddisfazione che si riscontra nelle persone che ci seguono, entusiaste nell'osservare il mondo che ci circonda, sbalordite dagli ordini di grandezza delle distanze interstellari e dalla piccolezza della Terra nei confronti dell'Universo, meravigliate per la perizia con cui l'Uomo riesce a decodificare le informazioni provenienti dalle radiazioni cosmiche.
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