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La tecnica fotografica è stata impiegata intensamente per diversi anni, nell'astrometria, nelle riprese del profondo cielo, nell'osservazione delle comete.
Con l'arrivo dei CCD, nel 1992, la fotografia è stata ridimensionata, ma non completamente abbandonata.
La camera oscura, infatti, contiene ancora tutta la strumentazione necessaria per il trattamento e l'utilizzo delle lastre fotografiche.
La pellicola impiegata è la Kodak Technical Pan TP 4415, che nominalmente ha una sensibilità molto bassa, ma che dopo il trattamento di ipersensibilizzazione acquisisce un'ottima resa in campo astronomico, con l'ulteriore vantaggio di soffrire poco del difetto di reciprocità e di rispondere bene per tutta la durata dell'esposizione.
Tale trattamento consiste nel chiudere le lastre fotografiche in una piccola camera stagna in cui vengono lasciate per dodici ore, in un'atmosfera di idrogeno puro, alla temperatura costante di 40 gradi centigradi. L'idrogeno è ottenuto dalla reazione tra acido solforico e zinco, nell'apparecchio di Kipp.
Per l'esposizione le lastre vengono inserite, una alla volta, in un particolare portalastre che viene montato al fuoco diretto del telescopio da 40 cm. Per lo svil uppo le lastre vengono immerse in un bagno Ornano MWP2, per cinque minuti a 22 gradi.
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