L'invenzione del telescopio

Il 2009 è stato proclamato dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite "Anno Internazionale dell'Astronomia" per celebrare il quarto centenario del primo utilizzo del cannocchiale nell'osservazione del cielo. E proprio alla storia dell'invenzione di questo strumento, e alle vicende che quattrocento anni fa portarono Galileo Galiei a puntarlo verso il firmamento, è stata dedicata la seguitissima conferenza tenuta dal prof. Pierluigi Selvelli all'osservatorio astronomico di Farra.

Prendendo spunto da alcuni quadri dipinti da Jan Brueghel il Vecchio agli inizi del XVII secolo, dove sono raffigurati minuziosamente dei cannocchiali, Selvelli ha indagato la storia intricata e tuttora dibattuta sul vero inventore del telescopio. Nel 1608 compaiono in Olanda diversi brevetti di strumenti che permettevano di vedere cose lontane come se fossero vicine e Galileo, venutone a conoscenza nella primavera del 1609, se ne costruì uno e, disinteressandosi delle cose terrene, lo puntò verso il firmamento. Con un tempismo invidiabile ancora oggi, in soli tre mesi pubblicò il "Sidereus Nuncius", il primo trattato scientifico in cui venivano pubblicati dei dati sperimentali, ovvero le osservazioni ottenute grazie agli ingrandimenti del nuovo strumento della Luna, delle fasi di Venere e dei satelliti di Giove. Fu un momento storico, che travalica addirittura i confini dell'Astronomia per segnare una delle date di inizio della Scienza moderna. I risultati degli studi sulla storia ed evoluzione dei primi cannocchiali, frutto della collaborazione tra Selvelli e il dott. Paolo Molaro, entrambi ricercatori presso l'osservatorio astronomico di Trieste, sono stati presentati di recente a tre simposi: alla Roosevelt Academy (Middelburg, Olanda), al Centro europeo di ricerca e tecnologia dell'Agenzia spaziale europea (Noordwijk, Olanda) e a Parigi, al simposio dell'Unione astronomica internazionale svoltosi in gennaio nella sede dell'UNESCO in occasione dell'inaugurazione dell'anno dell'Astronomia.